domenica 22 novembre 2009
TUTTI SU FACEBOOK....
Provando a darmi una qualche spiegazione del successo, sembra che Facebook sia diventato un fenomeno di massa per almeno due motivi diversi, che provo ad elencare in attesa che qualcuno mi aiuti ad avere un profilo tutto mio (sigh!!!) o magari mostri interessi a smentire la mia tesi psichedelica.
Motivo 1: Le persone, socializzando negli ambienti più disparati (feste, discoteche, viaggi, lavoro), mettono insieme una fitta tela di contatti e legami con svariate persone e Facebook, proprio per il suo essere network per la connessione sociale, rappresenta un ottimo strumento non solo per mantenere costantemente i contatti con le persone che si frequentano, ma anche per ricostruirne, divenendo così gestore delle relazioni sociali individuali.
Motivo 2: Se il Grande Fratello ha permesso negli anni ad un esercito di sconosciuti di arrivare nell’Olimpo mediatico, consacrando personaggi come Salvo o dando lustro a Fedro, e ha garantito possibilità di successo anche a Tonon, che da filosofo dandy ora è divenuto il mio idolo come venditore in telemarketing di poltrone e sgabelli, ebbene Facebook è un enorme cyber palcoscenico dove chiunque costruisce il proprio ruolo sociale in maniera assolutamente minuziosa. Chi non si perde nei dilemmi esistenziali riguardanti la scelta della foto del profilo, degli interessi da inserire nel profilo, del criterio con cui accettare inviti da amici o estranei???
Accanto ad una certa dose di voyerismo e al morboso bisogno di rintracciare il vecchio compagno di merende ora sposato e con un mutuo a tasso variabile, Facebook permette di dar sfoggio del nuovo slang gggiovane dei gggiovani…Come resistere alla tentazione di indicare la propria tristezza con :-(, di fissare un appuntamento con gli amici al grido di “qnd c6?” o di rispondere dicendo “nn poxo msn xchè sn…”??? Mica tanto facile…
venerdì 13 novembre 2009
FACEBOOM..da BARlaia
Provando a darmi una qualche spiegazione del successo, sembra che Facebook sia diventato un fenomeno di massa per almeno due motivi diversi, che provo ad elencare in attesa che qualcuno mi aiuti ad avere un profilo tutto mio (sigh!!!) o magari mostri interessi a smentire la mia tesi psichedelica.
Motivo 1: Le persone, socializzando negli ambienti più disparati (feste, discoteche, viaggi, lavoro), mettono insieme una fitta tela di contatti e legami con svariate persone e Facebook, proprio per il suo essere network per la connessione sociale, rappresenta un ottimo strumento non solo per mantenere costantemente i contatti con le persone che si frequentano, ma anche per ricostruirne, divenendo così gestore delle relazioni sociali individuali.
Motivo 2: Se il Grande Fratello ha permesso negli anni ad un esercito di sconosciuti di arrivare nell’Olimpo mediatico, consacrando personaggi come Salvo o dando lustro a Fedro, e ha garantito possibilità di successo anche a Tonon, che da filosofo dandy ora è divenuto il mio idolo come venditore in telemarketing di poltrone e sgabelli, ebbene Facebook è un enorme cyber palcoscenico dove chiunque costruisce il proprio ruolo sociale in maniera assolutamente minuziosa. Chi non si perde nei dilemmi esistenziali riguardanti la scelta della foto del profilo, degli interessi da inserire nel profilo, del criterio con cui accettare inviti da amici o estranei???
Accanto ad una certa dose di voyerismo e al morboso bisogno di rintracciare il vecchio compagno di merende ora sposato e con un mutuo a tasso variabile, Facebook permette di dar sfoggio del nuovo slang gggiovane dei gggiovani…Come resistere alla tentazione di indicare la propria tristezza con :-(, di fissare un appuntamento con gli amici al grido di “qnd c6?” o di rispondere dicendo “nn poxo msn xchè sn…”??? Mica tanto facile…
venerdì 6 novembre 2009
sabato 31 ottobre 2009
MALEDETTE SCALE
Un altro "tossico solo ed emarginato", un'altra figura abituale della tabella (a breve ufficiale) dei "diversi che fanno paura". Questo avranno pensato forse gli agenti del carcere di Regina Coeli quando lo hanno visto entrare nella prima stanza in cima alla scaletta, quella del primo impatto col carcere; generalità, impronte e l'incubo inizia.
Stefano viene arrestato e processato; nell'aula del tribunale i familiari si accorgono che ha già qualche livido. Il processo per direttissima inspiegabilmente va male; perchè un ragazzo incensurato (con qualche carico pendente) con una modesta quantità di sostanze non viene rilasciato e neanche gli vengono concesse le misure alternative al carcere? Perchè pochi mesi prima chi aveva quasi ammazzato un ragazzo al GayVillage il giorno dopo era a piede libero?
Stefano muore pochi giorni dopo nel Reparto Penitenziario dell'Ospedale Sandro Pertini, un pezzo di ospedale pubblico sotto regime carcerario dove non si entra se un magistrato non ti autorizza. I familiari di Stefano, che per due giorni hanno atteso la possibilità di visitarlo durante il ricovero, strappano alle autorità un ultimo sguardo al volto prima dell'autopsia e del funerale.
Il volto è tumefatto, un occhio non è dove naturalmente dovrebbe essere, lividi ed escoriazioni.
Stefano non si è fatto male da solo e questa è una verità. Stefano è passato per il centro di identificazione di Tor Sapienza. Un non-luogo della repressione dove chiunque c'è finito racconta di ore in stanze orrende con muri sudici di sangue e vomito, senza la possibilità di bere o andare al bagno. Da anni i movimenti cittadini chiedono la chiusura di quel posto. Questa è un'altra verità. "La morte di Stefano Cucchi avvenuta all'ospedale Pertini (reparto detentivo) richiede un immediato chiarimento", dichiarano Gonnella e Manconi. "Trentunenne, di corporatura esile, viene arrestato pare per modesto possesso di droga il 16 ottobre scorso - raccontano - Al momento dell'arresto da parte dei carabinieri, secondo quanto riferito dai familiari, stava bene, camminava sulle sue gambe, non aveva segni di alcun tipo sul viso. La mattina seguente, all'udienza per direttissima, il padre nota tumefazioni al volto e agli occhi". "Cucchi - notano Gonnella e Manconi - non viene inviato agli arresti domiciliari, eppure i fatti contestati non sono di particolare gravità". Dal carcere, invece, viene disposto il ricovero all'ospedale Pertini. "Pare per 'dolori alla schiena'". "Ai genitori non è consentito di vedere il figlio - sostengono ancora Gonnella e Manconi - L'autorizzazione al colloquio giunge per il 23 ottobre ma è troppo tardi perchè Stefano Cucchi muore la notte tra il 22 e il 23 ottobre. I genitori rivedono il figlio per il riconoscimento all'obitorio e si trovano di fronte a un viso devastato". "Una morte tragica, sospetta - dicono - che richiede risposte dalla magistratura, dall'amministrazione penitenziaria, dai carabinieri, dai medici del Pertini e dalla Asl competente: perchè Stefano Cucchi aveva quei traumi? Perchè ai genitori è stato impedito di incontrare il figlio per lunghi sei giorni? Perchè non gli sono stati concessi gli arresti domiciliari neanche fosse il più efferato criminale?". Manconi e Gonnella concludono chiedendo che vengano "rese pubbliche le foto del viso tumefatto di Cucchi, posto che in Italia capita spesso che i verbali degli interrogatori a base di inchieste importanti vengono immediatamente trascritti sui giornali".
mercoledì 28 ottobre 2009
"Simulazione di sacramento" : queste parole sono bastate all’arcivescovo di Firenze per «sollevare don Santoro dalla cura pastorale della comunità delle Piagge», chiedendogli allo stesso tempo «di vivere un periodo di riflessione e di preghiera». Il ‘caso’ risale a domenica mattina: don Alessandro Santoro, durante la messa celebrata alla presenza della comunità, ha celebrato le nozze di Sandra Alvino 64 anni, nata uomo e ora donna, e Fortunato Talotta, 58 anni.
Ma quel matrimonio proprio non s’aveva da fare per la cricca pontificia. «Domenica mattina, presso la comunità delle Piagge — si legge in una nota della diocesi — si è compiuta la simulazione di un sacramento, ponendo un atto privo di ogni valore ed efficacia, in quanto mancante degli elementi costitutivi del matrimonio religioso che si voleva celebrare. Tale simulazione è stata posta in atto da don Alessandro Santoro in contrasto con le disposizioni più volte dategli dai superiori».
«Non è giusto, don Santoro non ha commesso alcun delitto. Ha fatto quello che ha sentito, e lo ha fatto da prete». Questa la reazione di Sandra Alvino. Che aggiunge: Non so se il mio matrimonio è valido ma so che ieri ho realizzato il sogno della mia vita. Se mi annulleranno il matrimonio, resterò cattolica ma farò una riflessione in più».
Talmente assurda questa decisione da far infuriare anche i più ostili oppositori al clero, pronti a riconoscere lo sforzo del parroco a sostegno della comunità alla periferia di Firenze....
domenica 25 ottobre 2009
MA QUAL'E' LA DESTRA? QUAL'E' LA SINISTRA?
venerdì 16 ottobre 2009
giovedì 15 ottobre 2009
Quando invece come avvenuto a Pistoia tre persone sono state arrestate per l' irruzione e la devastazione della sede di Casa Pound con l'accusa di devastazione, saccheggio, lesioni e violenza privata, allora la notizia diventa di portata nazionale.
Mi lascia allibito il solo pensare che forse le violenze di destra vengono tollerate mentre quelle di sinistra a difesa della legalità costituzionale, che vieta il rifacimento di partiti di stampo fascista, sono costantemente e vilmente punite con arresti e condanne morali.
Vedo in questo atteggiamento dei partiti e degli esponenti politici toscani una netta debolezza verso un fenomeno dilagante come quello xenofobo e fascista che andrebbe combattuto ed estirpato non solo dalla Regione ma da ogni altro luogo.
Dal BARlaia, in versione seriosa in questo blog, SOLIDARIETA' AGLI ANTIFASCISTI!
sabato 10 ottobre 2009
LA MAFIA SI DA' AL CALCIO???
In un baleno passano in secondo piano la vicenda Berlusconi, il Nobel ad Obama e la sentenza duplice sui fatti del G8 di Genova del 2001.
Oggi le bocche di tutti sono piene sì di mafia, ma legata al mondo del pallone. Questo accade dopo che il procuratore Antonino Gatto, nella requisitoria contro Dell'Utri, accusato di associazione mafiosa, ha rivelato che il boss Graviano si recò a Milano per proporre il giovane, nel 1994, calciatore D'Agostino, oggi in forza all'Udinese e titolare in Nazionale, al settore giovanile del Milan di Berlusconi, (...ma guarda un po' dove ritroviamo il Presidente del Consiglio...o fica o mafia... VERGOGNA!!!).
E allora ritorna alla memoria anche la storia di Sculli, oggi al Genoa ma con trascorsi calcistici a Messina e alla Juventus, nipote del boss della 'ndrangheta calabrese Giuseppe Morabito, detto Tiradritto, al quale nel 2005 venne contestata l'associazione mafiosa per i metodi che avrebbe usato per convincere i suoi paesani di Bruzzano Zeffirio, centro dell'Aspromonte, a votare per chi diceva lui alle elezioni, e che in seguito venne comminata una lunga espulsione a seguito di un'intercettazione che proiettava ombre inquietanti sulla regolarità di alcune partite.
Secondo il Procuratore antimafia Grasso, in una intervista alla Gazzetta dell'agosto scorso,«Il rischio d' infiltrazione da parte dei truffatori o della criminalità organizzata non va sottovalutato. Abbiamo già avuto casi eclatanti come quello Lazio-Chinaglia e, di recente, il problema della Roma, in cui non era chiara la provenienza del denaro», poi aggiunge che «Va seguito con attenzione il fenomeno scommesse. E' un giro d' affari che si può cercare di condizionare in varie forme. I risultati possono essere falsati non solo corrompendo i giocatori, ma anche con trucchi più sofisticati. Faccio un esempio: se in una partita una squadra gioca con le riserve, è una squadra indebolita. E una squadra più debole può far saltare i pronostici».
Gli avventori e scommettitori del BARlaia leggono ammutoliti e temono per i loro soldi giocati sulla vittoria dell'Italia di questa sera a Dublino...
NONVEDONONSENTONONPARLO
TUTTI COMUNISTI
PROPRIETA' COMMUTATIVA
venerdì 9 ottobre 2009
Da Lodo a LODO
Nel 2009, la Corte Costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimità costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresì dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della stessa disposizione proposte dal GIP del Tribunale di Roma.
mercoledì 7 ottobre 2009
....... ................. ..........senza parole..... ............... .................
Durante il vertice di Genova i manifestanti sono stati oggetto di una repressione feroce e sanguinaria senza precedenti da parte delle forze di polizia, con una devastante sospensione dello Stato di diritto e di tutte le più elementari garanzie costituzionali. Carlo Giuliani, 23 anni, ha pagato con la vita. Centinaia di altre persone hanno subito gravi violenze fisiche e psichiche, compresi episodi di tortura nelle caserme e nei commissariati, dove sono state trascinate persone fermate e fatte oggetto di bestiali percosse mentre marciavano a braccia alzate scandendo "nonviolenza-nonviolenza". Misteriosi gruppi di estremisti vestiti di nero e armati di caschi e bastoni hanno seminato panico e violenza in un corteo formato da centinaia di migliaia di manifestanti pacifici e nonviolenti. Ci sono testimonianze e prove della collusione di queste bande con le forze dell'ordine, che non a caso le hanno lasciate agire indisturbate, accanendosi invece contro chi sfilava pacificamente, infierendo colpi con ferocia disumana su uomini e donne inermi, caricando indiscrinatamente spezzoni di corteo colpevoli solo di essere lì, mettendo in atto rastrellamenti notturni e caccie all'uomo mai viste nella storia di un paese democratico.
lunedì 21 settembre 2009
CHIACCHERE DA BAR - SUL RAZZISMO
IL TROIO o PLAYBOY DA BAR
Queste sono le parole in musica di Caparezza e questa è la perfetta descrizione del macho da bar nonché alcune delle peculiarità del TROIO o PLAYBOY del BARlaia, uomo sulla mezza età che usa il bancone come il palcoscenico per narrare le sue bravate siano esse di natura sessuale o di natura goliardica.
La sua morale racchiude l’acume di Bombolo e la scaltrezza del Commissario Lo Gatto e può essere riassunta come “IN VINO VERITAS, IN SCARPE ADIDAS, IN BAGNO BADEDAS”. Nella sua visione il barista rappresenta il proprio angelo confessore o meglio il proprio sparring partner, il bersaglio facile con cui attaccare bottone per vuotare il sacco delle avventure più incredibili e snaturate e rendere così, al tempo stesso, partecipe tutto il BARlaia della sua pseudo vita.
Dopo sette minuti che svolgevo il mio ruolo di entreneuse ero già stato accalappiato dal TROIO, impaziente di raccontarmi delle sue innumerevoli amanti sparse in tutta la penisola e di tutti i modi in cui le rende felici a tutte le ore del giorno. Già dai primi incontri si manifestavano tuttavia le falle delle avventure narratemi: da un giorno all’altro cambiavano date e particolari ed a volte spettava a me ricordargli degli appuntamenti della serata…mai e poi mai avrei voluto che il mio eroe facesse brutte figure e macchiasse il suo onore di instancabile amatore…..Quando non parlava di amanti, allora l’argomento principe era narrare le sue eroiche imprese come lavoratore o come capopopolo in rivolte e sommosse, fossero esse rionali, condominiali o balneari. Dalle sue parole si evince tutto il carisma di cui gode in ogni luogo: se è in campeggio e litiga con il proprietario si dice capace di lasciare il camping con al suo seguito tutti gli altri clienti, pronti a dormire in macchina pur di seguire il Masaniello di queste olive, se è alla guida e qualcuno gli suona si vocifera che sia in grado di impaurire col suo charme anche Mike Tyson, nonostante il suo metro e sessanta di virilità….
Ovviamente non posso dubitare delle sue parole, anche se qualche sospetto inizia a sorgere…ma d’altronde come non fidarsi di chi indossa camicie aperte sul petto fino all’ombelico, collane in oro massiccio dalle quali pendono Santi a grandezza naturale o anelli degni di P. E BARACUS…
I GIOCATORI INCALLITI
Queste entità metafisiche, metà uomini e metà tavoli verdi, vivono presumibilmente in cunicoli sotterranei o in garage adibiti a bische clandestine per almeno tredici o quattordici ore al giorno, ed escono solo una mezz’ora prima dell’inizio del torneo in programma per incontrare il compagno di gioco e sbrigare le pratiche di “riscaldamento”. Capita spesso nella penombra di qualche bar osservare due loschi figuri che si scambiano smorfie vicendevolmente come due perfetti stronzi, ecco quello è il loro riscaldamento…ripassano gli ammicchi si scambiano schemi di gioco e si fanno riassunti sui possibili stili di gioco degli avversari…
Il loro ingresso nella sala-gara del BARlaia è accompagnato da un silenzio irreale stile quello che caratterizza i duelli western, le loro facce pallide e slavate testimoniano la tensione che stanno covando prima del via alle danze. Anche al banco non emettono alcuno schiamazzo, chiedono caffè ristretti corretti a benzina o amari corretti a trielina, fumano un pacchetto di sigarette alla volta accendendoli con razzi da stadio e solo dopo alcune vittorie fanno scendere la tensione e emettono qualche timido rantolo necessario ad evidenziare la loro superiorità balistica al tavolo e ad innervosire ancora di più gli sconfitti che, intanto, si stanno sicuramente picchiando, addossandosi le colpe, nel parcheggio, armati di crick e scatole di carte da canasta.
Solo i vincitori, a fine serata , sono dell’umore giusto per salutare il barista mentre escono con le spalle di prosciutto sotto braccio e una forma di pecorino infilato sotto la giacca. Le coppie di giocatori iniziano a ritirarsi verso altri bar aperti o altre bische o forse a cercare un tozzo di pane per un lungo spuntino che elimini le prove della vittoria al ritorno dalle mogli, le quali probabilmente si addormentano pensando ai mariti come panai o casellanti autostradali o semplici trans.
giovedì 17 settembre 2009
I GONFI o UBRIACHI DA BAR
Come in ogni bar che si rispetti la categoria degli ubriachi rappresenta quella più nutrita...Varia la sua composizione da un locale all'altro e sicuramente quella del BARlaia si compone di numerosi massimi esponenti della categoria.
Secondo una nota definizione universitaria per ubriachi si intende una fitta schiera di bevitori che vengono divisi e studiati in varie categorie...Qui di seguito quelle più rintracciabili nei bar della zona:
- Bevitore autistico: corrisponde al clochard, al mendicante-assistito, al barbone per vocazione, all'artista introverso e chiuso al mondo. Sono in genere persone emarginate dalla società o per rifiuto o per costrizione, ma che non sono necessariamente "fuorilegge". Vivono grazie all'assistenza o a un'attività minima che consente loro di sopravvivere. L'alcol potrebbe essere il mezzo di consolazione per la situazione vissuta, oppure potrebbe essere stato la causa di questo tipo di vita. Talvolta questo tipo di bevitore vive momenti di grande generosità, di acquisti insensati e di tentativi di mutamento radicale della sua vita. L'alcolismo autistico può anche rappresentare il punto di arrivo di altre forme di alcolismo,soprattutto quando il soggetto subisce un'emarginazione violenta durante il suo percorso di etilista. Questo fa sì che l'appartenente a questa tipologia sia difficile da curare e da disintossicare.
- Bevitore compulsivo: beve ogni giorno fino ad ubriacarsi; dopo aver iniziato a bere, non riesce più a controllarsi. Smette soltanto perché lo stato di incoscienza, la fine del denaro o interventi esterni lo costringono ad arrestarsi. Riesce a trascorrere brevi periodi di astinenza o intervalli fra le bevute, ma il primo sorso di alcol fa immediatamente scattare il comportamento del "tutto o nulla" e continua a bere fino a ubriacarsi. Questo tipo di bevitore tende a colpevolizzarsi,talvolta è aggressivo e desideroso di affetti, ma in fase di intossicazione alcolica può trasformarsi completamente alternando l'aggressività alla depressione.
- Bevitore gregario: corrisponde all'alcolista da bar o da trattoria di paese, che di rado perde totalmente il controllo:ingerisce grandi quantità di alcol, ma riesce a smaltirle nelle serate in compagnia. L'alcol ha la funzione di elemento unificante tra i singoli bevitori che, pur avendo personalità diverse, riescono generalmente ad armonizzare tra di loro, a scambiarsi formule semplici per la risoluzione dei problemi del mondo, a darsi pacche sulle spalle, ad abbracciarsi e ad avere atteggiamenti di intima amicizia. In genere il gregario non soffre di particolari frustrazioni o conflitti in quanto delega al gruppo i suoi sentimenti repressi e i suoi problemi. In questa categoria di bevitori rientrano coloro che bevono per identificarsi in un modello culturale, per esempio gli artisti o gli studenti del campus universitario. Sovente il modo di bere del singolo si adatta a quella del gruppo, tanto che l'uscita da questo può portare anche a una riduzione dell'abuso di alcol; perciò l'appartenente a questa tipologia dovrebbe essere colui che ha la prognosi più favorevole nei confronti del bere.
I bevitori al BARlaia hanno uno strano rapporto con l'alcol: la maggior parte appartiene all'ultima categoria sopra descritta ma all'interno di questa si dividono in due sottogruppi, i puntuali e i duellanti.
I PUNTUALI sono quegli avventori che si presentano a cadenza oraria al bancone per mantenere standard il proprio tasso alcolico. Si presentano al bar quindi dalle 20 alle 21 volte al giorno a partire dall'ora della colazione, quando solitamente inzuppano una pasta in un gottino di vino, per finire cinque minuti prima della chiusura sorseggiando un rabarbaro caldo come bicchiere della staffa. Il loro amore per l'alcol li rende degli sperimentatori delle bevute: questo fa si che, nel loro peregrinare davanti al bancone, riescano ad assaggiare quotidianamente almeno un sorso da ogni bottiglia.
I DUELLANTI si differenziano per l'odio e il disprezzo che anima il loro modo di bere. entrano al BARlaia in silenzio e con sguardo sommesso ed arraffano 4 o 5 bottiglie di birra che ordina in fila sul tavolino. Una volta seduto di fronte alle birre, come un condannato a morte di fronte al plotone di esecuzione, inizia ad inveire a bassa voce contro le suddette emettendo una sequela indicibile di bestemmie ed altri epiteti. L'impressione che il sottoscritto ha maturato riguardo a questo soggetto è che ritenga l'alcol il suo più acerrimo nemico: un nemico che si annida e nasconde nei bar in attesa del duello finale. Il suo sguardo ritrova dei caratteri umani solo dopo la sesta o settima consumazione, quando forse inizia a sentire l'odore della vittoria, ed è a questo punto che in segno di vittoria cerca di coinvolgere tutti i presenti nelle sue celebrazioni...Tenta di convincere gli altri avventori ad avventurarsi in partite di calcino o in sfide a ping pong, oppure attacca pipponi omerici su qualunque argomento...dallo zen al curling...dal veganesimo al Grande fratello...
La sua vitalità può essere frenata solo offrendogli altre due birre o stordendolo a randellate...di solito al BARlaia è molto praticata la seconda soluzione...
mercoledì 16 settembre 2009
NONNO PUFFO o L'ABITUDINARIO
Sto studiando il suo caso insieme ad una equipe di psichiatri arrivati in loco su segnalazione della C.I.A e finora siamo arrivati alla conclusione che le sue azioni possono essere indirizzate verso due scopi:
1- FAR IMPAZZIRE I BARISTI DEL GLOBO TERRACQUEO.
2- CREARE UNA SOCIETA’ DÌ UGUALI AMANTI DÌ DECAFFEINATI CORRETTI A SAMBUCA E FUMATORI DÌ CHESTERFIELD.
3- E’ UN OLOGRAMMA MANDATO DAGLI ALIENI IN AVANSCOPERTA PER STUDIARE IL GENERE
UMANO
A breve aggiornamenti…
martedì 15 settembre 2009
IL TRAP ovvero IL CYBER ALLENATORE
IL MANGIAMANGIONE
Questa entità infernale dalle fattezze di un silos rivestito di pelle umana oltre che per la sua stazza immane si caratterizza per un look sbarazzino e che per un appetito che riesce a manifestarsi nei momenti meno opportuni. Se fosse stato al posto di Pinocchio mangiato dalla balena, probabilmente questa sarebbe morta di indigestione e se fosse stata Jona difficilmente avrebbe potuto vivere in un cetaceo, al massimo avrebbe potuto mangiarlo con uno spruzzo di limone…come aperitivo….
Questo sub-umano si presenta al BARlaia in prima serata vestito come un dandy di periferia….Sfoggia delle tonalità dai colori più assurdi che denota un gusto nel vestire pari a quello di Thomas Milian nei suoi momenti più trash…Ma questo è nulla in confronto al momento in cui, vicini alla chiusura del BAR, quando ormai ti senti pronto a passare lo straccio e chiuderti dietro la porta di un’altra giornata pallosa, senti dal fondo un passo di Mammut e una voce che sussurra ‘’C’hai nulla da magnà????’’.
Da magnà? Ma non è posso credere alle mie orecchie…. ‘’Ho mangiato poco a cena e farei uno spuntino!!!’’… Faresti uno spuntino???...Ma brutta palla di adipe, forse avrai mangiato poco a cena ma è una vita che mangi come un tribunale e con tutto ciò che hai ingurgitato in una vita avremo risolto il problema della fame nel mondo…Come fai ad aver fame dopo aver bevuto tre birre con spuma e due caffè intervallati da una Tassoni??? Hai forse uno stomaco di riserva che tieni in bauliera??? O forse hai il baco della tenia??? Ma se così fosse dovrebbe essere così lungo da impacchettarci il globo…
Lascia sbigottiti la naturalezza con la quale, al mio rifiuto di usare l’affettatrice all’una di notte con solo tre clienti in procinto di andarsene, chiede, con una faccia simile a quella di un bambino cui hanno rubato il gelato, se posso pesargli l’intera spalla del prosciutto… ‘’Così l’affetto da solo appena torno a casa’’….Ma secondo me la casa l’ha inavvertitamente mangiata dopo il limoncello….e con questa anche la sua famiglia…
Ho ancora a distanza di tempo un certo sudore che mi scende dalla fronte quando lo vedo arrivare e ancora di più quando arriva il momento di chiudere…e se lo trovassi solo nelle tenebre pronto a far un solo boccone di me????
PERICOLOSITA' : 10
TIPICITA' : 9
PREMESSA DELLA PREMESSA!
lunedì 14 settembre 2009
BENVENUTI AL BARlaia
...EPPUR SI MUOVE...
Insomma via… tutto questo mio ciarlare è per dire che forse qualcosa si muove e che magari il mese di agosto si prestava forse troppo bene per farmi prendere dalla disperazione, soprattutto per averlo passato a spender soldi mai rimborsati per far 40 km al dì allo scopo di esser trattato come un inutile soprosso. Dai dai da oggi una speranza in più e un colpo alla tristezza…
Mi preparo a trasformarmi in barista per il turno serale ... viva la precarietà a Ponte … viva viva …
martedì 8 settembre 2009
LA VERA ESSENZA...RACCONTI DA DIETRO IL BANCONE...
Tanto per sapere di che morte si deve morire...
Lo Stage (o Tirocinio formativo)
Lo stage è il primo passo per l'ingresso nel mondo del lavoro.
Si rivolge a coloro che hanno adempiuto l'obbligo scolastico ma anche agli individui in cerca di occupazione che vogliano rientrare nel mondo del lavoro e a cittadini di stati membri della Comunità europea o extra comunitari, fatto salvo il principio di reciprocità.
L'art.18 della legge 196/97, nota come Legge Treu, disciplina il tirocinio formativo.
Per i giovani, il tirocinio è un ottimo strumento per acquisire un'esperienza professionale pratica, per le imprese c'è il vantaggio economico, in quanto non sono tenute a corrispondere una retribuzione, ed inoltre possono acquisire informazioni e impressioni sui giovani in vista di una futura assunzione.
Il rischio del tirocinio formativo è che diventi per le aziende un mezzo per acquisire personale a costo zero al quale affidare le mansioni meno qualificanti, venendo meno all'obiettivo di formazione.
Proprio per questo si è inserita la figura del tutore e del responsabile aziendale.
Rispetto ad altri paesi europei, in cui è considerato un passo fondamentale per l'inserimento nel mondo del lavoro, l'Italia non ha ancora pienamente sfruttato le potenzialità di questo istituto.
Attuazione
E' necessaria una convenzione tra l'ente promotore del tirocinio ed il datore di lavoro (soggetto ospitante) corredata da un progetto del tirocinio preparato dal datore di lavoro.
Enti promotori e soggetti ospitanti
Possono promuovere tirocini formativi i seguenti soggetti:
• Università
- Provveditorati agli studi
- Scuole statali, scuole private parificate
- Centri di formazione e/o orientamento pubblici o convenzionati
- Comunità terapeutiche e cooperative sociali
- Servizi di inserimento lavorativo per disabili
- Agenzie regionali per l'impiego
- Direzioni provinciali del lavoro
- Istituzioni formative private, senza fini di lucro
Soggetti ospitanti possono essere tutti i datori di lavoro pubblici e privati, a patto che siano rispettati i tetti massimi per ciò che riguarda il numero dei tirocinanti in relazione al numero di occupati a tempo indeterminato, e cioè per aziende fino a 5 dipendenti 1 stagista, da 6 a 19 dipendenti 2 stagisti e per aziende con più di 20 dipendenti a tempo indeterminato, il 10% dei lavoratori a tempo indeterminato.
I soggetti promotori hanno l'onere di assicurare i tirocinanti contro gli infortuni sul lavoro presso l'Inail, oltre che per la responsabilità civile verso i terzi, e su di loro ricade la responsabilità di elaborare il progetto formativo e di orientamento contenente le modalità di attuazione dello stage.
I datori di lavoro che ospitano i tirocinanti devono invece favorire l'esperienza dello stagista nell'ambiente di lavoro.
Dovrebbero anche garantire la presenza di un tutore come responsabile didattico-organizzativo delle attività. Per le aziende che impiegano giovani provenienti da regioni meridionali è possibile ottenere il rimborso totale o parziale degli oneri finanziari sostenuti per coprire le spese di vitto e alloggio del tirocinante.
Retribuzione
Lo stagista non ha diritto ad una retribuzione perché il tirocinio non costituisce rapporto di lavoro, di conseguenza il soggetto ospitante non è tenuto a pagare nulla al tirocinante, ma può erogargli un compenso quale rimborso spese per gli oneri sostenuti. Il rimborso è assoggettato alla ritenuta d'acconto ai fini Irpef del 20%.
Durata
La durata massima è di 4 mesi per gli studenti della scuola secondaria superiore, di 6 mesi per gli allievi degli istituti professionali di stato, di corsi di formazione professionale, di attività formative post-diploma o post laurea e i disoccupati/inoccupati, di 12 mesi per gli studenti universitari e per i soggetti svantaggiati e di 24 mesi per i portatori di handicap.